COSI’ TI RACCONTO L’AUTO: IL NUOVO STORYTELLING SECONDO FUTUREBRAND

Da status symbol a mezzo di trasporto, da soggetto principale a comparsa, dalla performance alla connettività tecnologica. Così cambia la narrazione dell’auto e dell’intero automotive, conseguentemente alla profonda trasformazione in atto nel settore, nel momento di transizione dal motore termico all’elettrico, dello spostamento dell’asse produttivo dall’Europa alla Cina, e dell’introduzione di un nuovo concetto come quello di proprietà condivisa, attraverso le logiche del carsharing.

Sono questi i punti chiave dell’analisi sul settore, stilata da Giulia Bianciardi e da Elena Vardanega di FutureBrand, una società di consulenza sui marchi, che può contare su di un team di ottanta esperti in strategia, design e innovazione, secondo cui l’auto «ha smesso di costituire uno status symbol per tornare a essere un semplice mezzo di trasporto». Le cause? L’aumento dei prezzi, i servizi di car sharing e la crescente propensione alla praticità e alla riduzione dell’impatto ambientale.


Tutto questo ha cambiato profondamente anche le modalità con cui si racconta l’auto: «La narrativa non è più incentrata sulla performance (e dunque sul machismo), ma su un racconto che propone l’auto come alleata quotidiana, presente sia nei momenti ordinari sia in quelli speciali». Tanto da cambiare perfino la pubblicità: «Abbiamo tutti in mente la classica pubblicità di un’auto che sfreccia in mezzo a paesaggi infiniti, simbolo di libertà assoluta. L’ immaginario ora è più concreto e propone esempi tangibili in cui quella libertà si manifesta, come la meraviglia di fronte a qualcosa che non si è mai visto prima».

Anche i punti vendita sembrano esserne stati influenzati, specialmente a causa dell’elettrificazione: «Ai tradizionali concessionari, infatti, le marche hanno affiancato veri e propri flagship store, posizionati nelle zone più commerciali e cool delle grandi metropoli, per trasmettere la nuova filosofia di marca più vicina al lifestyle». Tradotto: spazi multifunzionali dalle parti di corso Como a Milano, ad esempio, «con l’obiettivo di far vivere l’esperienza di marca attraverso ambienti raffinati e contemporanei, a metà tra il negozio di design e il fitness club, dove non può mancare il bancone del bar».

L’avvento dell’elettrico, però, ha portato grandi novità anche tra i loghi dei brand, verso una direzione lineare e minimalista «che esprima identità, movimento, leggerezza ed energia».
Insomma il mondo dell’automotive è in piena trasformazione: «Se l’auto sta diventando un prodotto come un altro, scelto soprattutto per la sua praticità e funzionalità, il modo in cui i brand comunicheranno nel prossimo futuro sarà empatico, autentico, capace di costruire una connessione umana significativa e presentando la tecnologia come un valore aggiunto in grado di integrarsi armoniosamente nella nostra quotidianità».

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