Fit for 55, l’Italia rilancia al 2040: richiesta proroga con altri 4 paesi

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Le iniziative del Pacchetto climatico Fit for 55 voluto dalla Commissione europea prevedono il raggiungimento degli obiettivi entro il 2030 del cosiddetto Green Deal. Il pacchetto prende il nome di Fit for 55 perché mira alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli registrati nel 1990. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere la “Carbon neutrality” entro il 2050.

L’Italia non ci sta. E chiede una proroga, ovvero di posticipare al 2040 lo stop ai motori a benzina e diesel. La notizia è stata anticipata nei giorni scorsi dall’Ansa, che ha preso visione di un documento che è stato siglato anche da Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia, e che si pone proprio in questa direzione: posticipare sia l’eliminazione dei motori a combustione dal 2035 al 2040, sia la riduzione delle emissioni di CO2 nel 2035 del 90%, anziché del 100%, come proposto da Commissione e Parlamento europeo

Si tratta di una strada impervia, visto che gli emendamenti italiani che agivano in questo senso sono già stati completamente ignorati in sede di esame del testo, ma almeno un tentativo di porre la discussione sul tavolo europarlamentare ci sarà.

La strada verso il 100% di vetture elettriche è, dunque, tracciata, ma restano numerose le incognite e le perplessità che permangono soprattutto tra gli addetti del settore, anche a causa di variabili imponderabili come dimostrano gli anni recenti: dal Covid alla crisi dei microprocessori, dalla guerra in Ucraina alla corsa verso le zero emissioni, fino al vertiginoso aumento dei carburanti, la serie di eventi che ha funestato gli obiettivi industriali e di mercato potrebbero avere ulteriori e imprevedibili conseguenze nel medio-lungo termine.

Eppure il Parlamento europeo non ha voluto sentire ragioni, nemmeno quelle di Acea, l’organizzazione che rappresenta i costruttori automobilistici europei, che si era fortemente esposta per inserire almeno una deroga del 10%, riservata agli altri carburanti, soprattutto quelli sintetici. Anche in questo caso il confronto si era chiuso con un nulla di fatto: dal 2035 non solo non potranno più essere prodotti modelli a benzina e gasolio, ma anche Gpl o metano qualunque altro tipo di soluzione ibrida, che paradossalmente oggi rappresenta la soluzione più richiesta nei principali mercati europei. 

Così, se da un lato non è certo in discussione l’obiettivo di produrre auto a zero emissioni, d’altra parte tuttavia diversi paesi chiedono una maggiore elasticità, per motivi di riconversione industriale, di formazione professionale, ma anche infrastrutturale e non si parla solo di colonnine di rifornimento. Cosa accadrà, infatti, alla rete elettrica che già oggi è soggetta a frequenti black-out per il sovraccarico di necessità, quando verrà messa ulteriormente sotto stress da milioni di veicoli in ricarica?